16 giugno 2008

Back in the U.S.S.R.

Sono tornato.
Gran bella esperienza.
Cinque giorni in movimento, da Vilnius (Lituania) in autobus (quattro ore di viaggio) fino a Riga (Lettonia), da Riga nuovamente in autobus (altre quattro ore) a Tallinn (Estonia) per poi prendere il traghetto (un'ora e mezza) alle 8:00 fino a Helsinki (Finlandia).
Rientro sempre in traghetto a Tallinn alle 17:00 per poi riprendere l'autobus (dieci ore) fino a Vilnius.

Le città sono tutte molto interessanti, per motivi simili e diversi.
Tutte estremamente verdi (fin troppo: è spesso stato difficile scattare delle foto senza alberi a coprire il tutto) e non caotiche. Ottimo il cibo, dappertutto.

10.
Vilnius sorprende per la pulizia delle sue strade, almeno in centro, e l'interessante architettura degli edifici e delle tante chiese. Seguiamo la strada principale fino alla cattedrale con il suo campanile separato, situata a fianco di una particolare statua di Gediminas e ci tuffiamo nell'affascinante centro storico, con le sue strade lastricate e le sue chiese.
Dopodichè ci dirigiamo al quartiere degli artisti, la "Repubblica di Užupio", con tanto di costituzione, che presenta delle comuni decoratissime posizionate sull'argine del fiume.
Menzione speciale per le mongolfiere, su cui non sono riuscito a salire a causa del tempo non eccezionale dell'ultima giornata. Gran rimpianto, ma mi riservo di farlo in futuro.
Cibo: Zeppelin. Piatto consistente in due involtini di patate ripieni di carne a forma, appunto, di Zeppelin serviti con della panna acida. Buoni ma pesantissimi, non sono - incredibilmente - riuscito a finirli.

11.
A Riga i prezzi iniziano a salire.
Piove un pò, ma smetterà presto.
Portiamo i bagagli all'ostello da me prenotato, il Knights Court (un pò fuori dal centro ma decisamente confortevole: molto pulito, bagno, doccia e addirittura TV in camera) e ci fiondiamo fuori.
Simile l'architettura a quella vista a Vilnius, ma la città ha un aspetto più medievaleggiante grazie alla presenza di alcune torri.
Particolarità della città sono gli splendidi edifici in stile liberty e art noveau, imponenti, riccamente decorati e dall'aspetto nuovissimo. E un edificio di fattura sovietica, presentante decorazioni di falce e martello, che R. odia ma che a me piace tanto.
R. sale su qualsiasi cosa abbia un aspetto cavalcabile.
Mangiamo in un ristorante medievale situato in centro, il Rozengrâls. Scendiamo una scalinata nel buio quasi totale e arriviamo nel ristorante vero e proprio, in una cantina che pare risalire all'undicesimo secolo. Completamente illuminato a candele, dotato di personale vestito con costumi tipici dell'epoca medievale e allietato da musica a tema, per la verità un pò ripetitiva.
L'illuminazione a candele rende difficile vedere, i nostri occhi si abitueranno solo dopo molto tempo all'oscurità e riuscirò a vedere con chiarezza il cibo ordinato solamente in un secondo momento... in foto.
R. si intasca un fazzoletto di lino in cui ci servono due dischi di pane al latte e sesamo appena sfornato.
Cibo: prosciutto di cervo servito con erbe, uva montana ("cowberry", dal sapore fortissimo) e una sorta di crescenza delicatissima (buonissima), zuppa di funghi e spezzatino di cervo e funghi condito con - di nuovo - cowberry servito dentro ad un pane cavo. Succo di mela alla cannella e menta come beveraggio. Tutto molto molto buono ed abbondante. Fatico nuovamente a finire il tutto.

12.
Tallinn, situata sul golfo di Finlandia, si rivela la più cara, nonchè la più ricca per via del turismo ma non solo, delle tre città dell'ex Unione Sovietica.
A piedi dalla stazione ci dirigiamo verso l'ostello prenotato da R., in pieno centro. Dopo una lunga camminata arriviamo in vista di due torri bianche poste su una strada lastricata che ci danno il benvenuto alla meravigliosa città vecchia.
Arriviamo all'ostello e veniamo rimbalzati verso un altro edificio posto ancora più in centro, proprio nel cuore della cittadella. Poggiamo i bagagli e usciamo.
Mura, torri, chiese, piazze, case antiche coloratissime, tutto su incantevoli stradine selciate, tutto mantenuto alla perfezione. Si ha la sensazione che il tempo non sia passato o di trovarsi sul set di un film medievale. Splendida la piazza del municipio.
Si passeggia per questa affascinante città e sotto la cattedrale mi diletto col tiro con l'arco con risultati disastrosi. Con grande gioia di R.
Impressionante quantità di ristoranti.
Menzione speciale per la fauna femminile. Si ha costantemente la sensazione di essere finiti in mezzo ad una convention di modelle. Impressionante.
Pranziamo all'Olde Hansa, altro ristorante medievale. Personale in costume, carretti e fiaccole suggeriscono con prepotenza l'idea di trappola per turisti (come tutto il resto della città vecchia, d'altra parte). Ci caschiamo con gioia.
R. mi fa notare la parola "bear" nel menù e i miei occhi si illuminano.
Cibo: carne di alce essiccata, altra zuppetta ai funghi, spezzatino d'orso servito con verdure varie, cheesecake e le solite cowberry. Anche qua, tutto molto abbondante e solita fatica a spazzolare via tutto.
R. ride di gusto a constatare che metà del prezzo del pranzo (in tutto circa 60 euro) è dovuto al mio orso.
Si torna in giro fino a sera tarda, si ammira il panorama dall'alto, si cena brevemente (cervo condito con salsa di menta e le onnipresenti cowberry) e poi si va a nanna dato che il giorno dopo avremmo dovuto prendere molto presto il traghetto per Helsinki. Ma soprattutto dato che il giovedì (grande scelta dei giorni, R.!) i locali notturni non lavorano.

13.
Dopo una piacevolissima traversata del mar Baltico arriviamo in vista di Helsinki.
Si torna all'euro e la città si dimostra subito carissima (prezzi più che raddoppiati rispetto all'Italia).
R. trema e ha le convulsioni alla vista di ogni prezzo.
Superiamo una serie di isolotti, di cui uno presentante una fortezza, e attracchiamo.
Il clima è anche qua decisamente caldo, rimango in maniche lunghe solo per via del vento gelido che soffia che ogni tanto.
Al porto troviamo un interessantissimo mercatino, molto vivo e gremito di gente. Ce lo giriamo un pò ed entriamo in città.
Prima tappa: la cattedrale, situata nella piazza del senato. La piazza si rivela stracolma di stand che vendono oggettini vari, ma nella maggior parte cucinano un pò di tutto con una prevalenza per il salmone. Non saprei dire se si trattasse di un evento particolare o fosse una cosa comune.
La cattedrale in sè è tanto imponente fuori quanto spoglia dentro. Bianco e oro sono gli unici colori presenti.
Proseguiamo per l'Esplanadi Park, allietato da vari musicisti di strada, e giriamo il centro, verso l'imponente stazione ferroviaria centrale e il vicino teatro nazionale.
R. vuole assolutamente vedere l'edificio dell'Opera - che si rivelerà poi orribile - e mi trascina in una camminata interminabile. Fortunatamente nella vicinanze è anche presente il monumento a Sibelius, quindi non sarà tempo sprecato. Ci costerà però il giro in barca per le isole, precedentemente preventivato.
Pranziamo in un ristorante poco fuori dal centro, il Ravintola Sea Horse.
Cibo: Poronselketta, ovvero filetto di renna servito con le onnipresenti cowberry, verdure e purè di patate. Buonissimo.
R. ha un mancamento al presentarsi del conto.
Andiamo a vedere la cattedrale ortodossa che si rivela essere più interessante della ben più famosa luterana, e assistiamo a un'intervento dei vigili del fuoco che domano un incendio (forse causato da un'esplosione) in un edificio appena sotto.
Dopodichè si torna in porto, si fa un altro giro per il mercatino, si acquistano degli... scacciamosche in pelle di renna da una simpaticissima ragazza finlandese e ci si dirige all'attracco dove alle 17:00 ci aspetta il traghetto per tornare a Tallinn. Da cui prenderemo l'autobus diretto per tornare Vilnius.
Il rientro non è ancora iniziato ma io comincio ad esser preda della malinconia.

14.
Al rientro, la mattina, posiamo i bagagli in dormitorio e ci facciamo un altro giro per Vilnius, vedendo alcune cose che ci erano sfuggite, come la torre di Gediminas, chiusa il primo giorno, e il monumento al grande Frank Zappa.
Io mangio l'ultimo pasto lituano (arrosto di manzo in salsetta di funghi con purè e verdure), maledico il tempo che non mi permette di salire in mongolfiera e alle 20:00 si rientra in dormitorio per una festicciola d'addio coi colleghi di R., tutti davvero molto simpatici e affabili.
Menzione d'onore per Paula, meravigliosa ragazza Finlandese di una simpatia mai vista prima d'ora. Una ragazza che è l'Avatar della Gioia. Incantevole.
Dopo la cena creata dalle sapienti mani di R. passiamo la notte di sabato 14 a bere, cantare a squarciagola accompagnandoci con la chitarra, suonata da Edita che ci delizia con "Wish you were Here" e qualche canzone Lituana. Molto brava, nonostante fosse completamente paonazza per il bere, e gran bella voce.
Io e R. usciamo a comprare degli altri alcolici dato che i non pochi già presenti iniziavano a scarseggiare mentre Paula cucina dei "blini", una specie di frittella, mettendo tutto quello che trova nella padella. Uova, farina, latte, banane, mele, cacao, burro e un sacco d'altra roba. Torniamo che ne sta ancora cucinando un monte.
Incredibilmente sono buoni ("Will they kill me?" "Oh nonononono! Blamba!") e li spazzoliamo via.
Passiamo poi al pianoforte situato all'ultimo - fatiscente - piano dell'edificio. Ancora più rumorosi. Con gran delizia della poca gente rimasta che cerca di dormire e soprattutto della portinaia, che ha un alterco con Wilma e praticamente la sbatte fuori dal piano per poi fare lo stesso con tutti noi.
Poco male, si ritorna in cucina e ci si rimette a bere, Paula tracanna come una disperata e mangia tutto quello che trova, creando interessanti nuovi sapori mischiando, ad esempio, caviale, mostarda e formaggio e ricordandomi vecchi fasti dei festini e delle "fognacciate" notturne con alcuni amici sardi.
Continuiamo fino a - circa - le quattro nonostante il nostro aereo sarebbe partito alle 8:00 del mattino (e quello di Paula un'ora prima...), dopodichè saluti, addii, baci & abbracci e si va a finire di preparare i bagagli (R. diventa isterico) per poi dormire un pò.
Invidio l'esperienza di R.

15.
Sveglia alle 5:45, ultimi controlli e via in aeroporto.
Partiamo in orario da Vilnius, all'arrivo al terminal 2 di Malpensa mi aspetta il faccione sorridente di Berlusconi proiettato sui vari schermi (cominciamo bene...). Stiamo circa sette ore al terminal, dormicchiando, e poi ci si sposta al terminal 1 dove sarebbe partito il nostro aereo dopo altre due ore.
Ritardo di trenta minuti, R. costretto a sborsare - bestemmiando - quaranta euro per via del peso eccessivo dei bagagli, io sempre più insofferente per via delle code, specialmente una passata dietro a degli "we figa" milanesi (di cui uno sicuramente clonato da Guido Nicheli) che parlano un pò con strafottenza della mia terra e mi rendono ancora più nervoso.
Mangio un panino - schifoso - ad uno dei bar del terminal che ha un effetto devastante sul mio povero intestino ormai troppo ben abituato. Mi capita ogni volta col cibo di Milano. Continuo a cascarci.
Atterriamo finalmente a Cagliari, accompagnamo R. e infine alle 23:00 circa torno alle comodità della mia casetta. Purtroppo.

Bilancio assolutamente più che positivo.
E non vedo l'ora di ripartire.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ustia, me ne sono accorto per caso.
MA ERA ORA, brutto stronzo.

Son contento.
Son addirittura il primo a lasciarti un commento! ZIII!!



Un pò meno che tu sia dalla concorrenza blogspot, ma pazienza lo stesso.

Salutoni

Fuz ha detto...

Grazie Nebo!
Ma in realtà questo "ceci n'est pas une blog"... è una roba privata ad uso e consumo mio e di pochissimi intimi nata per curiosità sulle meccaniche dei blog, e ancora viva perchè dimentico sempre di portarmi un moleskine quando parto e perchè ho una memoria da pesce rosso.
La gente priva di talento letterario come me (e come un buon 90% dei blogger, diciamolo) dovrebbe stare alla larga dalla scrittura creativa.
Lascio questo genere di cose a chi, come te, lo sa fare più che egregiamente.

Dovresti scrivere, Nebo, sul serio (<-Questa era dovuta).