01 settembre 2008

Closer to the Heart.


[29-08]

Ore 19:00.
Squilla il cellulare, è R.
"Vuoi venire in campeggio a La Maddalena con me e T.?"
"Non ho nè tenda nè sacco a pelo"
"No problem, li ho io."
"Quando vuoi partire?"
"Domani, alle 7:30 circa."
"Ci vediamo domattina"
"Perfetto."


[30-08]

Mi alzo prima che suoni la sveglia (impostata alle 6:00), leggo la mail e un paio di forum, finisco di preparare le ultime cose e mi incammino.
Arrivo da R. alle 7:30 precise e lo trovo che sta ancora preparandosi. Perdiamo una mezz'oretta e partiamo in direzione Selargius per recuperare T.
Arriviamo e scopriamo che anche lei è in ritardo in quanto non aveva sentito la sveglia, e finalmente possiamo avviarci, decidendo come prima meta Arzachena.
Dopo una serie di spassosi litigi con il GPS di T. non aggiornato, verso mezzogiorno decidiamo di fare sosta a Mores - ridente cittadina che spicca per via del campanile della chiesa, il più alto di tutta la Sardegna - per mangiare qualcosa.
Ritemprati nel corpo e nello spirito, riprendiamo il viaggio e verso le 13:15 siamo ad Arzachena.
La città è carina, ma non spicca sotto nessun punto di vista. Dopo aver fatto un breve giro del centro mi rimetto alla guida e puntiamo verso Porto Rotondo, che si rivelerà un posto orrendo: sabbia grossa e sporca, acqua torbida, fauna semi-locale pessima.
Menzione di disonore per un gruppo di ragazzi che dietro di noi, in spiaggia, tracannavano champagne.
Andiamo via sperando che il turismo di massa non arrivi mai nella nostra zona.
Arrivati a Palau alle 19:20 riusciamo ad imbarcarci sul traghetto delle 19:30. Venti minuti dopo siamo finalmente a La Maddalena.
Troviamo il camping sito in località Moneta, montiamo la tenda, doccia scozzese e ci dirigiamo in città dove incontriamo degli amici di T. con cui andiamo in un pò giro per il centro. Verso l'una ci fermiamo in un locale a bere qualcosa ma io e R. iniziamo a dare segni di cedimento: teste ondeggianti e palpebre calanti non ci rendono dei gran socializzatori. Ciononostante, resistiamo fino alle 3:00, ora in cui due delle amiche di T. prendono il traghetto per tornare a casa.
Tornati in campeggio io mi addormento di botto nonostante il duro suolo ove è montata la tenda.


[31-08]

Mi sveglio verso le 10:00 per via del caldo asfissiante presente dentro la tenda, i miei compagni di ventura già in piedi. Smontiamo la tenda, ritiriamo tutto e partiamo, superando la spiaggia di Spalmatore (troppo piena e poco invitante) e fermandoci in una spiaggetta che vista dalla strada ci pare la scelta migliore per via dello splendido colore dell'acqua e della presenza di un'isolotto a poca distanza dalla riva, che raggiungiamo facilmente a nuoto.
Verso le 13:00 T. comincia a sentire i morsi della fame, quindi ci rimettiamo in auto e proseguendo per la strada troviamo un caddozzone dove compriamo degli ottimi kebab.
Di nuovo in movimento, andiamo a visitare l'isola di Caprera - splendida - dribblando il Museo di Garibaldi per via del poco tempo a nostra disposizione.
Ci reimbarchiamo alle 15:00, e una volta a Palau decidiamo di dirigerci a Santa Teresa di Gallura.
La città è molto carina e pulita, e giunti alla spiaggia R. si allontana per i costoni a fare foto, mentre io e T. non resistiamo all'invito dell'acqua, che in realtà non è poi così limpida come poteva essere a La Maddalena o nelle nostre zone.
Una volta all'auto decidiamo che è ormai tempo di tornare a casa, quindi riaccompagnamo T., arrivando a Selargius verso le 21:00, dopodichè riaccompagno anche R. e 966 chilometri dopo la mia partenza, sono a casa.

15 agosto 2008

Sailing the Seas of Cheese

[03-08]
19:00 Partenza da Capitana a bordo della "Levante". Il mare è una tavola, ma il vento di prua (ostro) ci costringe a procedere a motore.
Problema numero uno: il motore non riesce a procedere a pieno regime, pensiamo per via di qualcosa incagliato nell'elica.
Compagni di Viaggio: American Psycho, Nintendo DS. Oltre - ovviamente - a Capitan T. e A.
Con noi parte anche il "Fuscia", che ospita a bordo Bruno (il capitano) e sua moglie Cristina, Marcello e sua moglie Petra e il dalmata Pisolo. Si riveleranno in seguito degli ottimi compagni di viaggio.

21:00 Il vento gira (ponente) e decidiamo di proseguire a vela mantenendo una media di circa 6,5 nodi.
Il motore non si spegne e effettuiamo un intervento volante al buio per sistemarlo.

22:40 Una barca non identificata e senza conducente visibile (che sicuramente dormiva in cabina con il pilota automatico inserito) procedente a motore ci taglia la strada, passandoci a pochi metri e rischiando di speronarci. Evitata per un soffio.

[04-08]

09:15 Alcuni delfini ci seguono sulla sinistra, senza però avvicinarsi troppo. Mentre cerchiamo di chiamarli *DING*
Tonno!
Catturiamo un pinne gialle di circa 10-12 kg, che sarà il pranzo di oggi.

14:50 Approdo a La Galite (con annesso Le Galiton), uno dei gendarmi venuti a fare i controlli dei passaporti si impossessa di una bottiglia di vino e di un pacchetto di sigarette, più una bottiglia di whiskey da "Fuscia".

17:00 Pasto sulla "Fuscia", mangio un pò di sashimi e parte del tonno viene fatto al barbecue (il resto verrà bollito).

[o5-o8]

09:00 Mi faccio una nuotata e ne aprofitto per controllare il problema all'elica: una fune attorcigliata, probabilmente raccolta in navigazione, le impediva di girare correttamente. Mi immergo sotto lo scafo e la rimuovo.

11:00 Partenza da La Galite, rotta per Tabarka (190°).

17:45 Attracco a Tabarka (tra i pirati: Hannibal, Hannibal I e Albatros).
Porto pieno, siamo costretti a fare bunkeraggio in tripla fila.

20:45 Finalmente arrivano a controllarci i passaporti e i documenti della barca.

22:02 Fine controlli: possiamo scendere.
Il gendarme si intasca una bottiglia di whiskey.
Facciamo un giro veloce per la città e ci fermiamo in un locale a prenere un tè alla menta.

[06-08]

11:15 Giro per la città: piuttosto spoglia. Chiassosa, caotica, odorosa (meno di quanto pensassi) e molto sporca. Caratteristica, a suo modo.
I locali sono decisamente affabili e simpatici, e T. , come di consueto, attacca bottone un pò con tutti.

16:20 Noleggiamo un pulmino e ci dirigiamo a Bulla Regia. Un'ora e mezza circa di viaggio, passiamo a 4km dal confine con l'Algeria. La vegetazione è la tipica macchia mediterranea sarda: Lecci, ginepro, mirto, fichi d'india eccetera.
Il caldo è asfissiante e il tasso di umidità bassissimo.
Bulla Regia si rivela molto interessante soprattutto per via del gran numero di mosaici intatti, putroppo però è un pò lasciata allo sbando.

21:20 Scrivo le prime cartoline (attività che detesto) e inizio American Psycho.

[07-08]

10:30 Ci inerpichiamo (sotto un caldo mortale) sul colle che dà alla fortezza di Tabarka, ma una volta arrivati in cima la troviamo chiusa per lavori. Per fortuna almeno il panorama merita di essere visto.

13:00 Usciamo a nuotare e pranzare al largo, gettiamo l'ancora vicino ad uno scoglio brulicante di pesci.

18:00 Riattracchiamo in porto

22:00 Cena in un ristorante sul porto: misto di gamberetti e seppie e aragosta straccu barattu. Mi infilo una forchettata di harissa in bocca senza aver prima capito cosa fosse e sputo fiamme per mezz'ora.

[08-08]

02:30 "Fuscia" riparte per la Sardegna.

19:15 Facciamo rifornimento di acqua e gasolio e partiamo per Bizerte (rotta iniziale 44°) prima di rimanere bloccati ancora a Tabarka.
Il mare è agitato e si balla parecchio ma, a quanto comunicatoci dalla capitaneria di Tabarka, la burrasca prevista sarebbe arrivata solo nel pomeriggio seguente.

[09-08]

02:00 (circa) Evidentemente la capitaneria sbagliava. Becchiamo in pieno la burrasca: il vento supera i 30-35 nodi, lo scafo si inclina di 30° prima da un lato poi dall'altro, salta di continuo, viene sballottato da onde altissime. Superiamo a tratti gli 11 nodi di velocità.
E' come stare sulle montagne russe, ma senza le protezioni.
A. terrorizzata.

04:45 Arrivo a Bizerte, due delfini ci scortano dentro al porto che è per fortuna molto ben riparato e attracchiamo temporaneamente in rada.

10:45 Approdo in molo, burocrazia. L'addetto si intasca la solita bottiglia di vino.

20:30 Giro per la città. Bizerte è meno chiassosa e caotica di Tabarka e molto meno sporca. Mangiamo dei pasticcini e dei chawarma. T. fa amicizia col kebabbaro ventinovenne, che ci racconta avere una nonna (da parte di madre) italiana e di parlare 9 lingue (arabo, francese, italiano, tedesco, inglese e altre che non ricordo).

[10-08]

13:00 Giro per la città: ci dirigiamo alla spiaggia dove dei dromedari pascolano tranquilli.
La sabbia è meravigliosa: finissima (sembra quasi farina) e non appiccicosa, ma l'acqua ha un aspetto piuttosto torbido.
Caldo mortale, per fortuna il vento mitiga.

19:45 Prendiamo una serie di stradine strettissime e poco illuminate, A. panica e accelera il passo tra gli sfottò di T. e miei.

[11-08]

12:00 Saliamo su un taxi e ci facciamo portare a Cap Blanc. La spiaggia presenta una sabbia più grossa di quella vista in precedenza e l'acqua è sempre un pò torbida.

20:45 Ceniamo al "Club Nautique", ristorantino di classe all'imboccatura del porto.
Calamari, gamberoni, cozze, spigola da 800gr. e frutta varia. Tutto eccezionale (persino il caffè!).

[12-08]

00:30 Finisco American Psycho (splendido). Nottata atroce per via del caldo umido e delle zanzare.

09:49 Salpiamo per Sidi Bou Saïd. Il fondale sabbioso fino a 3-4 miglia dalla costa per gran parte della navigazione dona all'acqua un colore particolare.

19:45 Approdo a Sidi Bou Saïd. Porto scarso, poco riparato, la barca balla parecchio anche da ormeggiata. Ennesima bottiglia di vino al gendarme. Altra pessima nottata: caldo atroce, umidità alta, niente vento oltre ovviamente al movimento costante dello scafo unito al suono delle cime che vanno in tensione continuamente.

[13-08]

12:30 Chiamiamo un taxi e ci facciamo portare in città.
Trappola per turisti: piuttosto pulita (per gli standard Tunisini), brulicante di bancarelle di souvenir, porcellane, lavori in legno d'olivo e turisti (in maggioranza Francesi). I mercanti ci fermano di continuo, urlano, chiamano, strattonano per mostrarci la mercanzia. Uno cerca di vendermi dell'hashish.
Prezzi quadruplicati rispetto a Bizerte.

16:00 Rientro in barca. Non abbiamo ancora deciso la meta di domani, probabilmente Trapani.

20:00 Le previsioni indicano un forte maestrale in avvicinamento, previsto per il 15. Decidiamo di salpare la notte stessa per Trapani e, se il vento ce lo concederà, di proseguire fino a Palermo.
Ceniamo con chawarma e sbrighiamo le pratiche per l'uscita dalla Tunisia.
Il poliziotto fà un pò lo spiritoso e dopo aver perquisito lo scafo si intasca una bottiglia di Jack Daniel's.

22:00 Leviamo gli ormeggi, si alza il vento all'improvviso e diamo una grossa botta alla banchina. Per fortuna lo scafo si graffia un pò e basta.
Un peschereccio ci taglia la strada, sfioriamo nuovamente la collisione.
Mare brutto per un pò anche per via del basso fondale presente, per fortuna migliora presto.
Facciamo due conti e capiamo che proseguendo verso Trapani potremmo essere costretti, per via delle condizioni del tempo, a stare in Sicilia per più tempo di quanto ne abbiamo a disposizione, quindi cambiamo rotta e puntiamo su Cagliari.

[14-08]

11:30 Due delfini ci seguono a prua per qualche minuto.

13:15 Un altro gruppo di delfini (stavolta una decina) gioca e salta davanti alla prua per un pò di tempo.



13:45 Un tonno abbocca, stavolta piuttosto grande, ma strappa la lenza e si porta via il rapalà.

15.35 Altro tonno perso: questo strappa l'ancorotto del secondo rapalà quando lo avevo quasi tirato a bordo.

16:30 Altri tre delfini ripetono lo spettacolo visto in precedenza.

19:00 (circa) Avvistiamo le coste sarde.

22:00 Attracco a Marina di Capitana.

[15-08]

00:30 Home Sweet Home

16 giugno 2008

Back in the U.S.S.R.

Sono tornato.
Gran bella esperienza.
Cinque giorni in movimento, da Vilnius (Lituania) in autobus (quattro ore di viaggio) fino a Riga (Lettonia), da Riga nuovamente in autobus (altre quattro ore) a Tallinn (Estonia) per poi prendere il traghetto (un'ora e mezza) alle 8:00 fino a Helsinki (Finlandia).
Rientro sempre in traghetto a Tallinn alle 17:00 per poi riprendere l'autobus (dieci ore) fino a Vilnius.

Le città sono tutte molto interessanti, per motivi simili e diversi.
Tutte estremamente verdi (fin troppo: è spesso stato difficile scattare delle foto senza alberi a coprire il tutto) e non caotiche. Ottimo il cibo, dappertutto.

10.
Vilnius sorprende per la pulizia delle sue strade, almeno in centro, e l'interessante architettura degli edifici e delle tante chiese. Seguiamo la strada principale fino alla cattedrale con il suo campanile separato, situata a fianco di una particolare statua di Gediminas e ci tuffiamo nell'affascinante centro storico, con le sue strade lastricate e le sue chiese.
Dopodichè ci dirigiamo al quartiere degli artisti, la "Repubblica di Užupio", con tanto di costituzione, che presenta delle comuni decoratissime posizionate sull'argine del fiume.
Menzione speciale per le mongolfiere, su cui non sono riuscito a salire a causa del tempo non eccezionale dell'ultima giornata. Gran rimpianto, ma mi riservo di farlo in futuro.
Cibo: Zeppelin. Piatto consistente in due involtini di patate ripieni di carne a forma, appunto, di Zeppelin serviti con della panna acida. Buoni ma pesantissimi, non sono - incredibilmente - riuscito a finirli.

11.
A Riga i prezzi iniziano a salire.
Piove un pò, ma smetterà presto.
Portiamo i bagagli all'ostello da me prenotato, il Knights Court (un pò fuori dal centro ma decisamente confortevole: molto pulito, bagno, doccia e addirittura TV in camera) e ci fiondiamo fuori.
Simile l'architettura a quella vista a Vilnius, ma la città ha un aspetto più medievaleggiante grazie alla presenza di alcune torri.
Particolarità della città sono gli splendidi edifici in stile liberty e art noveau, imponenti, riccamente decorati e dall'aspetto nuovissimo. E un edificio di fattura sovietica, presentante decorazioni di falce e martello, che R. odia ma che a me piace tanto.
R. sale su qualsiasi cosa abbia un aspetto cavalcabile.
Mangiamo in un ristorante medievale situato in centro, il Rozengrâls. Scendiamo una scalinata nel buio quasi totale e arriviamo nel ristorante vero e proprio, in una cantina che pare risalire all'undicesimo secolo. Completamente illuminato a candele, dotato di personale vestito con costumi tipici dell'epoca medievale e allietato da musica a tema, per la verità un pò ripetitiva.
L'illuminazione a candele rende difficile vedere, i nostri occhi si abitueranno solo dopo molto tempo all'oscurità e riuscirò a vedere con chiarezza il cibo ordinato solamente in un secondo momento... in foto.
R. si intasca un fazzoletto di lino in cui ci servono due dischi di pane al latte e sesamo appena sfornato.
Cibo: prosciutto di cervo servito con erbe, uva montana ("cowberry", dal sapore fortissimo) e una sorta di crescenza delicatissima (buonissima), zuppa di funghi e spezzatino di cervo e funghi condito con - di nuovo - cowberry servito dentro ad un pane cavo. Succo di mela alla cannella e menta come beveraggio. Tutto molto molto buono ed abbondante. Fatico nuovamente a finire il tutto.

12.
Tallinn, situata sul golfo di Finlandia, si rivela la più cara, nonchè la più ricca per via del turismo ma non solo, delle tre città dell'ex Unione Sovietica.
A piedi dalla stazione ci dirigiamo verso l'ostello prenotato da R., in pieno centro. Dopo una lunga camminata arriviamo in vista di due torri bianche poste su una strada lastricata che ci danno il benvenuto alla meravigliosa città vecchia.
Arriviamo all'ostello e veniamo rimbalzati verso un altro edificio posto ancora più in centro, proprio nel cuore della cittadella. Poggiamo i bagagli e usciamo.
Mura, torri, chiese, piazze, case antiche coloratissime, tutto su incantevoli stradine selciate, tutto mantenuto alla perfezione. Si ha la sensazione che il tempo non sia passato o di trovarsi sul set di un film medievale. Splendida la piazza del municipio.
Si passeggia per questa affascinante città e sotto la cattedrale mi diletto col tiro con l'arco con risultati disastrosi. Con grande gioia di R.
Impressionante quantità di ristoranti.
Menzione speciale per la fauna femminile. Si ha costantemente la sensazione di essere finiti in mezzo ad una convention di modelle. Impressionante.
Pranziamo all'Olde Hansa, altro ristorante medievale. Personale in costume, carretti e fiaccole suggeriscono con prepotenza l'idea di trappola per turisti (come tutto il resto della città vecchia, d'altra parte). Ci caschiamo con gioia.
R. mi fa notare la parola "bear" nel menù e i miei occhi si illuminano.
Cibo: carne di alce essiccata, altra zuppetta ai funghi, spezzatino d'orso servito con verdure varie, cheesecake e le solite cowberry. Anche qua, tutto molto abbondante e solita fatica a spazzolare via tutto.
R. ride di gusto a constatare che metà del prezzo del pranzo (in tutto circa 60 euro) è dovuto al mio orso.
Si torna in giro fino a sera tarda, si ammira il panorama dall'alto, si cena brevemente (cervo condito con salsa di menta e le onnipresenti cowberry) e poi si va a nanna dato che il giorno dopo avremmo dovuto prendere molto presto il traghetto per Helsinki. Ma soprattutto dato che il giovedì (grande scelta dei giorni, R.!) i locali notturni non lavorano.

13.
Dopo una piacevolissima traversata del mar Baltico arriviamo in vista di Helsinki.
Si torna all'euro e la città si dimostra subito carissima (prezzi più che raddoppiati rispetto all'Italia).
R. trema e ha le convulsioni alla vista di ogni prezzo.
Superiamo una serie di isolotti, di cui uno presentante una fortezza, e attracchiamo.
Il clima è anche qua decisamente caldo, rimango in maniche lunghe solo per via del vento gelido che soffia che ogni tanto.
Al porto troviamo un interessantissimo mercatino, molto vivo e gremito di gente. Ce lo giriamo un pò ed entriamo in città.
Prima tappa: la cattedrale, situata nella piazza del senato. La piazza si rivela stracolma di stand che vendono oggettini vari, ma nella maggior parte cucinano un pò di tutto con una prevalenza per il salmone. Non saprei dire se si trattasse di un evento particolare o fosse una cosa comune.
La cattedrale in sè è tanto imponente fuori quanto spoglia dentro. Bianco e oro sono gli unici colori presenti.
Proseguiamo per l'Esplanadi Park, allietato da vari musicisti di strada, e giriamo il centro, verso l'imponente stazione ferroviaria centrale e il vicino teatro nazionale.
R. vuole assolutamente vedere l'edificio dell'Opera - che si rivelerà poi orribile - e mi trascina in una camminata interminabile. Fortunatamente nella vicinanze è anche presente il monumento a Sibelius, quindi non sarà tempo sprecato. Ci costerà però il giro in barca per le isole, precedentemente preventivato.
Pranziamo in un ristorante poco fuori dal centro, il Ravintola Sea Horse.
Cibo: Poronselketta, ovvero filetto di renna servito con le onnipresenti cowberry, verdure e purè di patate. Buonissimo.
R. ha un mancamento al presentarsi del conto.
Andiamo a vedere la cattedrale ortodossa che si rivela essere più interessante della ben più famosa luterana, e assistiamo a un'intervento dei vigili del fuoco che domano un incendio (forse causato da un'esplosione) in un edificio appena sotto.
Dopodichè si torna in porto, si fa un altro giro per il mercatino, si acquistano degli... scacciamosche in pelle di renna da una simpaticissima ragazza finlandese e ci si dirige all'attracco dove alle 17:00 ci aspetta il traghetto per tornare a Tallinn. Da cui prenderemo l'autobus diretto per tornare Vilnius.
Il rientro non è ancora iniziato ma io comincio ad esser preda della malinconia.

14.
Al rientro, la mattina, posiamo i bagagli in dormitorio e ci facciamo un altro giro per Vilnius, vedendo alcune cose che ci erano sfuggite, come la torre di Gediminas, chiusa il primo giorno, e il monumento al grande Frank Zappa.
Io mangio l'ultimo pasto lituano (arrosto di manzo in salsetta di funghi con purè e verdure), maledico il tempo che non mi permette di salire in mongolfiera e alle 20:00 si rientra in dormitorio per una festicciola d'addio coi colleghi di R., tutti davvero molto simpatici e affabili.
Menzione d'onore per Paula, meravigliosa ragazza Finlandese di una simpatia mai vista prima d'ora. Una ragazza che è l'Avatar della Gioia. Incantevole.
Dopo la cena creata dalle sapienti mani di R. passiamo la notte di sabato 14 a bere, cantare a squarciagola accompagnandoci con la chitarra, suonata da Edita che ci delizia con "Wish you were Here" e qualche canzone Lituana. Molto brava, nonostante fosse completamente paonazza per il bere, e gran bella voce.
Io e R. usciamo a comprare degli altri alcolici dato che i non pochi già presenti iniziavano a scarseggiare mentre Paula cucina dei "blini", una specie di frittella, mettendo tutto quello che trova nella padella. Uova, farina, latte, banane, mele, cacao, burro e un sacco d'altra roba. Torniamo che ne sta ancora cucinando un monte.
Incredibilmente sono buoni ("Will they kill me?" "Oh nonononono! Blamba!") e li spazzoliamo via.
Passiamo poi al pianoforte situato all'ultimo - fatiscente - piano dell'edificio. Ancora più rumorosi. Con gran delizia della poca gente rimasta che cerca di dormire e soprattutto della portinaia, che ha un alterco con Wilma e praticamente la sbatte fuori dal piano per poi fare lo stesso con tutti noi.
Poco male, si ritorna in cucina e ci si rimette a bere, Paula tracanna come una disperata e mangia tutto quello che trova, creando interessanti nuovi sapori mischiando, ad esempio, caviale, mostarda e formaggio e ricordandomi vecchi fasti dei festini e delle "fognacciate" notturne con alcuni amici sardi.
Continuiamo fino a - circa - le quattro nonostante il nostro aereo sarebbe partito alle 8:00 del mattino (e quello di Paula un'ora prima...), dopodichè saluti, addii, baci & abbracci e si va a finire di preparare i bagagli (R. diventa isterico) per poi dormire un pò.
Invidio l'esperienza di R.

15.
Sveglia alle 5:45, ultimi controlli e via in aeroporto.
Partiamo in orario da Vilnius, all'arrivo al terminal 2 di Malpensa mi aspetta il faccione sorridente di Berlusconi proiettato sui vari schermi (cominciamo bene...). Stiamo circa sette ore al terminal, dormicchiando, e poi ci si sposta al terminal 1 dove sarebbe partito il nostro aereo dopo altre due ore.
Ritardo di trenta minuti, R. costretto a sborsare - bestemmiando - quaranta euro per via del peso eccessivo dei bagagli, io sempre più insofferente per via delle code, specialmente una passata dietro a degli "we figa" milanesi (di cui uno sicuramente clonato da Guido Nicheli) che parlano un pò con strafottenza della mia terra e mi rendono ancora più nervoso.
Mangio un panino - schifoso - ad uno dei bar del terminal che ha un effetto devastante sul mio povero intestino ormai troppo ben abituato. Mi capita ogni volta col cibo di Milano. Continuo a cascarci.
Atterriamo finalmente a Cagliari, accompagnamo R. e infine alle 23:00 circa torno alle comodità della mia casetta. Purtroppo.

Bilancio assolutamente più che positivo.
E non vedo l'ora di ripartire.