08 ottobre 2009

Barcelona

Domenica, 4 Ottobre.
L'aereo atterra con venti minuti di ritardo, il tempo di fare due calcoli sugli orari e decidiamo di rimandare la visita a Figueras alla prossima opportunità.
L'autobus dall'aeroporto ci scarica a Barcellona in poco più di un'ora, facciamo due passi fino alla metro e compriamo un abbonamento da 10 corse. In breve siamo nella zona della topaia, che scopriamo con piacere essere situata esattamente sopra la stazione della metro.
Alla reception si dimostrano gentilissimi: parlano inglese, ci danno una mappa e ci spiegano nei dettagli le zone più interessanti e come raggiungerle, dopodichè ci accompagnano alla camera: un buco, non dà l'impressione di essere pulitissima, ma per i nostri scopi va più che bene.
Il tempo di sistemare le valigie e si esce, ci dirigiamo prima verso la scuola di R. per vederne l'ubicazione e poi alla Rambla del Raval, dove staziona sornione il gatto di Botero. Da là ci addentriamo nel Barri Gotic, brulicante di vita, suoni e odori bizzarri. Proseguendo semi-casualmente per le calli ci ritroviamo davanti alla chiesa di Santa Maria del Mar, che decidiamo di visitare. Una volta fuori ci avviamo al Palau de la Mùsica Catalana, un meraviglioso, coloratissimo edificio in stile modernista. Purtroppo non è possibile visitare la sala concerti, che sappiamo essere splendida, e non ci sono esibizioni programmate prima della nostra partenza. Peccato.
Tra un giro e l'altro si fanno le 16 e, digiuni fin dal mattino, ci infiliamo a Passeig de Gracia e ci fermiamo in un tapas bar, Txapella, e mangiamo un pò di ottimi pinxtos (ovvero le tapas, in lingua basca). Una volta rinfrancati nel corpo e nello spirito chiamo il mio amico A., che vive a Barcellona da tempo, e ci diamo appuntamento per la sera.
R. suggerisce di dirigerci a Montjuic e andare a vedere la Magic Fountain, così ci inerpichiamo per il monte, facciamo un giro nel parchetto e arriviamo davanti al Museu Nacional d'Art de Catalunya (ricoperta di impalcature, come gran parte di Barcellona), dove però scopriamo che la fontana ad ottobre viene accesa il venerdì. Per lo meno, ci godiamo la vista su Plaça d'Espanya.
E' quasi ora di incontrarci con A., quindi ci si dirige a Barceloneta, luogo dove ci siamo dati appuntamento. Arriviamo con un pò di ritardo e lo troviamo assieme alla sua amica D.
Passiamo la serata assieme, cenando e passeggiando per il Barri Gotic e dintorni con A. che ci fa da cicerone.

Lunedì, 5 Ottobre.
I lavori in corso proprio sotto la finestra della nostra stanza svegliano R. prima del preventivato, mentre io non ho problemi a dormire ancora un pò.
Una volta in piedi optiamo per una visita a quello che è un pò il simbolo di Barcellona: La Sagrada Familia.
Imponente, bizzarra, assurda, geniale e maestosa. Una struttura assolutamente impressionante. E impressionante è anche la fila per l'entrata, che si dipana per due lati e mezzo della costruzione e ci convince ad accantonare l'idea di vederla all'interno. Sarà per la prossima volta.
R. ha una lezione alle 14, quindi facciamo una passeggiata in Passeig de Gracia fino alla Rambla e facciamo un giretto al mercato della Bouqueria, dopodichè torniamo all'ostello. Lui va a lezione mentre io... mi addormento leggendo la guida, sprecando così due ore di tempo.
Quando R. torna decidiamo di andare a mangiare qualcosa al mercato, dove optiamo per una paella vegetale all'Organic Market. Nulla di che.
Tempo di rimettersi in marcia, è la volta di Casa Batllò e delle sue meravigliose bizzarrie architettoniche. Un tripudio di colori e forme inconsuete.
Quando usciamo facciamo una passeggiata fino all'arco di trionfo e da là fino allo zoo, poi pigliamo la metro e andiamo a vedere la torre Agbar. Da là prendiamo poi un tram e andiamo al Barri Gotic a cenare, pigliamo un (ottimo) pollo da Pollo Rico e torniamo alla base.

Martedì, 6 Ottobre.
Iniziamo la giornata con una visita a Park Güell, altro esempio della geniale follia creativa di Gaudì. Oltre che di strutture bizzarre e visitatori, il parco brulica di artisti di strada dai talenti più disparati, tra i quali ne spicca uno che suona un gong orizzontale che ricorda una pentola, e che non ho assolutamente idea di cosa fosse.
Dopo aver girato il parco in lungo e in largo andiamo a vedere le spiagge della Barceloneta, che si rivelano meglio di quanto pensassi: l'acqua è decisamente torbida, ma la sabbia, dorata, è molto pulita. Forse merito anche dei molti cartelli che incitano a tenere pulita la spiaggia.
Pranziamo in un locale a buffet di fronte al porticciolo di conoscenza di R. (che legge i menù da destra), mangiamo parecchio spendendo una fesseria, e il cibo è ok.
La tappa successiva è l'ennesima follia Gaudiana: La Pedrera. Sempre molto originale nelle scelte architettoniche, è comunque una costruzione più "normale" rispetto agli altri suoi lavori. A parte il tetto.
Quando usciamo accompagno R. alla base per la sua seconda, e ultima, lezione e poi vado prima in Plaça d'Espanya e poi nuovamente a riempirmi gli occhi per l'ultima volta con la Sagrada Familia.
Mi ritrovo con R. all'ora di cena, andiamo a mangiare in una taverna segnalata dalla sua guida dove io prendo un'insalata catalana e una zampa di maiale arrosto, con chupito finale offerto dalla casa. Il cameriere si rivela poi, dopo aver parlato e ordinato in inglese, essere sardo anch'egli.
Passiamo poi la sera girottando per il Barri Gotic e dintorni, e ci fermiamo un pò in un pub ma stranamente in giro non c'è tanto movimento.

Mercoledì, 7 Ottobre.
La sveglia alle 6:30 suona pesante come una sentenza, sancendo la fine della nostra permanenza a Barcellona.
Ci avviamo trafelati verso l'aeroporto, con il proposito di ritornare non appena se ne ripresenterà l'occasione.
Adéu, Barcelona.

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